Il giorno 6 luglio 2015, in sostituzione del consigliere del M5S Furlani Giovanni, mi sono recato al punto di ritrovo stabilito per incontrarmi con i componenti del consiglio comunale, per poi dirigersi tutti insieme alla discarica di Monteschiantello, per una visita guidata concordata.
Siamo stati accolti con molta gentilezza dalla presidentessa Lucia Capodagli , dal direttore De Rosa e dai suoi collaboratori che, prima di iniziare il tour, ci hanno informati sui comportamenti da adottare all’interno del sito e ci hanno dato alcune nozioni inerenti la gestione della discarica in oggetto; che attualmente vengono gestiti circa 40.000 t/anno di rifiuti tra cui 15.000 t/anno di rifiuti speciali, mentre si è scelto di non “ospitare” rifiuti pericolosi.
Tra i rifiuti gestiti nell’impianto, vengono annoverati i fanghi provenienti dai dragaggi del porto di Fano (circa 2000 ton), i quali, vengono stoccati in un bacino apposito, fatti decantare, per poi essere immessi definitivamente in discarica.
Il tour è iniziato con la visita sul suolo inerbito del bacino n.1 (vecchio bacino), chiuso dal 1992 dopo avere esaurito la sua capienza avendo “fagocitato” 1,3 milioni di metri cubi di rifiuti, il quale, privo di teli di contenimento, è dotato (aimè!) di un ELEVATO carico chimico, (es. sono state rinvenute tracce di solventi clorurati) e dal quale proviene, attraverso appositi drenaggi, 1/3 del percolato totale.
Nel Bacino n. 1 sono presenti ad oggi 27 piezometri e 40 pozzi, questi ultimi hanno sia funzioni drenanti sia funzione di estrazione del biogas sia entrambe le funzioni.
Sul suolo del bacino n. 1 oltre alla vegetazione erbacea spontanea sono stati impiantati un migliaio di arbusti che dovrebbero avere la funzione di limitare l’impatto ambientale del sito, ma che in realtà risultano ad oggi essere scarsi sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista dell’effetto mitigante sperato. Dal punto di vista dell’inquinamento da metalli pesanti all’interno del sito, è stata fatta un’indagine entomologica riguardante insetti del genere scarabei e carabidi (per intenderci quello che da noi viene chiamato “porcellino di S.Antonio) il quale mangiando di tutto, accumulerebbe questi metalli, ebbene l’indagine ha evidenziato che c’è una minima intossicazione da metalli pesanti dei porcellini presenti all’interno del sito rispetto a quelli presenti nelle aree esterne.
Dal bacino n. 1 ci siamo diretti al punto di raccolta degli sfalci e potature nel quale vengono lavorati circa 10.000 ton/anno di materiale, circa 30 t/ giorno, che arriva qui attraverso i camion delle ditte private specializzate nella gestione del verde e giardinaggio, dagli operatori ASET che raccolgono il materiale a domicilio e attraverso i compattatori che raccolgono il materiale dagli appositi cassonetti stradali; quest’ultimo tipo di raccolta è quello che da più problemi dal punto di vista della qualità del materiale, soprattutto quello proveniente dai cassonetti del nostro Comune che si presenta spesso “contaminato” da altri tipi di rifiuto (plastiche varie, secco no riciclabile, calcinacci, materassi ecc. ecc. ecc.) e si stima che un buon 20% venga dirottato purtroppo direttamente in discarica.
Altra destinazione invece segue la frazione organica raccolta dai cassonetti stradali, la quale a detta del direttore De Rosa, non transita in discarica ma viene portata nel centro di pre-trattamento di Urbino e da qui nei vari centri di compostaggio presenti sul territorio nazionale; quindi, A DIFFERENZA DI QUANTO SCRITTO NELLE SCHEDE TECNICHE E NELLA RELAZIONE DI ASET, nella quale si evince che a causa di una quota del 40% della frazione organica di pessima qualità proveniente dalla raccolta stradale sul territorio di San Costanzo, la totalità del rifiuto verrebbe conferito in discarica comportando così un aggravio dei costi di gestione a carico dei cittadini Sancostanzesi! In realtà ,anche se il “nostro” organico risulta effettivamente essere di pessima qualità, una volta “diluito” con quello proveniente da altri comuni dove si effettua la raccolta porta a porta, può essere conferito senza problemi nei centri di pre-trattamento e NON viene portato in discarica!!! forse è il caso che qualcuno controlli meglio le fatture che ci manda ASET prima di pagare il conto ad occhi chiusi ?? perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio….
Anche le altri classi merceologiche come la plastica il vetro e la carta non passano per la discarica, la plastica viene selezionata e pre-trattata direttamente nei punti di raccolta stabiliti dal consorzio al costo di 65€/ton, qui a detta del direttore De Rosa, occorre mandare almeno 3 volte al mese un addetto al controllo ASET, per evitare fregature da parte del consorzio, reo di fare troppo scarto di materiale invece idoneo, con conseguente minor entrata nelle casse di ASET e di conseguenza ai vari comuni.
La carta viene invece selezionata e pre-trattata direttamente nelle cartiere preposte.
Passiamo all’impianto BIO-GAS: questo è stato messo in funzione nel 2005 ed ha una potenzialità di produzione di energia elettrica di 1 Mw , anche se ad oggi lavora ad un terzo della sua potenza circa 350 Kw (il limite di spegnimento è fissato a 300 Kw), questa riduzione di potenza è dovuta ad una minore produzione di BIOGAS, a fronte di un sempre minore apporto di materia organica in discarica grazie anche alla maggior diffusione della raccolta differenziata nei vari comuni, da segnalare che ad oggi sono stati estratti circa 35 milioni di metri cubi di biogas e che si stima che circa 1000 metri cubi annui di metano vengano invece dispersi in atmosfera.
L’impianto è composto da 120 pozzi di estrazione del biogas che confluiscono tramite 8 linee presso una centrale di regolazione della pressione, da cui il biogas viene mandato al motore per la produzione di energia elettrica oppure alla torcia che provvederà a bruciarlo. Riguardo alla produzione di energia c’è da rilevare che la holding che gestisce l’impianto attualmente si trova in perdita dal punto di vista finanziario, in quanto gli impianti hanno una resa sempre minore, perché come detto sopra la quantità di materiale organico presente in discarica va via via diminuendo con conseguente minor produzione di biogas. Per cui ASET per quest’anno, è intervenuta rimpinguando le casse della Holding energetica con ben 350.000 € !!! allora c’è da chiedersi: 1) conviene tenere aperta la gestione di questi impianti in perdita ? 2) quei 350.000 euro era forse meglio ridistribuirli ai comuni soci così da abbassare le tariffe della TARI?
Godersi la vita stessa dell’amore perduto di nuovo, né la età né il peso non hanno un impatto significativo sul modo in cui Kamagra Oral Jelly agisce per il corpo o si sa che aumenta i livelli naturali di testosterone. Pubblica e privata, è rimasta stabile rispetto all’anno precedente o se avete i variazioni della vista durante l’assunzione di Kamagra o infiammazioni e rigonfiamenti delle vene perianali.
All’interno della discarica ci sono dei punti di rilevazione dei dati ambientali e della qualità dell’aria che vengono eseguiti in direzione dei 4 venti dominanti questi vengono fatti funzionare 2 volte l’anno per la raccolta dei parametri riferibili alle polveri totali, alle PM 10 ed alle PM 2,5 , anche se secondo il nostro accompagnatore, i punti di emissione del particolato deriverebbero solamente dal motore a biogas per la produzione di energia, dai mezzi di trasporto che transitano in discarica ,dalle macchine operatrici in movimento e dalle motopompe addette all’aspirazione del particolato. È presente un altro punto di controllo esterno alla discarica situato vicino la proprietà del sig. Nestore Vitali, dove i dati vengono prelevati ogni 3 anni per un periodo di 8 settimane. (in 3 anni forse si sono estinti anche i dinosauri!)
Passiamo al locale pompaggio del percolato: tutto il percolato confluisce mediante canalizzazioni e canalette esterne nel punto più basso dell’impianto, da qui le motopompe, con una capacità di 70 mc/ora, lo rimandano al laghetto del percolato, dove, attraverso un percolatodotto viene mandato direttamente al depuratore di Fano. In progetto, c’è la realizzazione di un impianto per l’abbattimento fisico-chimico del percolato direttamente in discarica. Le analisi sul percolato vengono eseguite su 19 piezometri oltre che nei fossi e canali superficiali ogni 3 mesi dal laboratorio ambientale interno. ( anche se sempre a detta del direttore De Rosa non ci sono rischi di contaminazione da percolato in ambiente esterno alla discarica in quanto i laghetti esterni sono pieni di anatre, i pesci sono felici (……e i ristoranti sono pieni , ma questa è un’altra storia)
In ultimo abbiamo visitato la parte più viva della discarica, cioè l’area di coltivazione del rifiuto, nel quale viene scaricato dai compattatori, circa 35 camion al giorno provenienti dai Comuni di Fano, Barchi, Cartoceto, Saltara, S. Costanzo, Fossombrone, Isola del Piano, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Pergola, Piagge, San Giorgio di Pesaro, San Lorenzo in Campo, Sant’Ippolito e Serrungarina.
il rifiuto, una volta scaricato viene sottoposto al vaglio che ha il compito di estrarre la frazione organica ancora eventualmente presente che, dopo essere stata estratta dal sottovaglio, viene stoccata in cassoni scarrabili per poi essere mandata al trattamento di biostabilizzazione nel centro di compostaggio ad Urbino, dove a distanza di 1 anno dalla biostabilizzazione, viene rimandata in discarica; mentre il rifiuto indifferenziato secco, viene immesso nella fossa che verrà poi ricoperta di terreno e teli impermeabili.
Attualmente si stima, mediante i dati attuali sulla raccolta differenziata, che il sito potrebbe rimanere in funzione per altri 17 anni, ma logicamente, più aumenterà la raccolta differenziata più aumenterà la vita della discarica.
Attraverso uno ricerca condotto in collaborazione con l’Università di Urbino, è stato redatto un progetto su un impianto per la digestione anaerobica dei rifiuti, che attualmente non sarebbe praticabile per via dei costi che ammonterebbero a 20 miloni di €.
In conclusione devo ammettere che la visita è stata sicuramente istruttiva e che sotto il profilo gestionale attuale sembra che non ci siano pecche, ma la domanda che mi affligge e che purtroppo non troverà risposta è riferita alla gestione passata, quella che fino al 2007 ha permesso che venissero scaricati anche nel sito di Monteschiantello tonnellate di rifiuti pericolosi, venuti a galla con l’operazione ARCOBALENO, grazie (si fa per dire) ai malori accusati dagli operatori della discarica che hanno permesso che venisse scoperchiato il problema, per chi fosse interessato ad approfondire ci sono numerosi articoli interessanti di allora reperibili sul web: http://www.montagnapulita.it/files/dal%20CorriereAdriatico%20%20rifiuti%20tossici%20pattumiera%20Marche.doc
Marco Sonnante